Non figure
Per me insegnare a ballare il tango
significa formare uomini capaci di esprimersi nel movimento con chiarezza,
per dare inviti limpidi, leggibili, onesti,
e donne capaci di rispondere in modo vivo, presente, consapevole.
Il tango è un colloquio a due.
Un dialogo continuo in cui entrambi i partner parlano con il corpo
e si esprimono dentro la musica.
La parola chiave è una sola: ascolto.
Ascolto bilaterale.
Non è vero che solo la donna ascolta l’uomo.
Nel tango autentico anche l’uomo ascolta,
si prende cura, percepisce, si adatta alla ballerina.
Nel tango non esistono figure predeterminate.
Tutto nasce e si crea qui e ora.
Le figure sono state inventate per vendere il tango.
La realtà è che in milonga
non puoi fare nulla di preconfezionato.
Devi organizzarti istante per istante.
Nella ronda si rimbalza continuamente:
si cerca spazio,
si cede spazio,
si inventa movimento
— magari sulla musica, se sei capace di ascoltarla davvero.
Le figure davvero adatte al tango sono pochissime
e anche quelle
vanno create e distrutte continuamente,
in base al partner, alla musica, alla pista, al momento.
Questo è il tango.
Questo è il tango che insegno.
Fattiditango