Ci vuole pazienza

Ci vuole pazienza

Come dico spesso ai miei allievi:

ci vuole pazienza per ballare bene.

Il tango è un mix di capacità di movimento, concentrazione e musicalità.

Ed è soprattutto un lavoro che si fa in due.

Pensare di ballare bene dopo qualche lezione è una follia.

E, paradossalmente, più figure impari, più ti allontani dal tango.

Il percorso dell’uomo e quello della donna sono profondamente diversi.

La donna non dovrebbe mai memorizzare le figure.

L’uomo, invece, ne ha bisogno solo per capire cosa proporre.

Ma all’uomo va insegnato – come faccio io –

a costruire il movimento sui piedi della donna,

non a muoversi sperando che lei lo segua.

La seguidora non è “una che segue il ballerino”:

è una donna che ascolta la marca

e interpreta ciò che l’uomo propone.

L’ascolto è reciproco.

Leader e follower si fondono

fino a diventare un tutt’uno.

Il famoso animale a quattro gambe.

Il ballerino ha in mente la casa,

i piedi della ballerina sono i mattoni con cui costruirla.

Altrimenti è solo tirare, forzare, perdere l’equilibrio.

È sofferenza.

La gamba libera della ballerina

deve diventare la terza gamba del ballerino,

come il treppiede di una macchina fotografica.

Solo così il tango sta in piedi.

Fattiditango